Descrizione
Nella sala consultazioni e dell’ufficio Docuscuele il soffitto presenta una copertura del tipo detto alla sansovina. Questo tipo di soffitto, a Venezia già largamente usato prima dell’architetto fiorentino, è costituito da travi lignee lasciate a vista, regolarmente distanziate e disposte parallelamente al lato più corto del locale. Le travi possono posare direttamente sul muro oppure, come nel caso della Filologica, poggiare su una trave addossata alla parete, sostenuta a sua volta da mensole di pietra. Al di sopra vengono posti dei tavoloni di legno a sostegno del pavimento in seminato del piano superiore, in grado di resistere alle sollecitazioni dei solai in legno. I giunti degli assi visibili tra le travi sono coperti da coprigiunti a forma di riquadri o “lacunari”, spesso decorati e dipinti. . Stemma raffigurante tre arcate di ponte a due piani entro corona d'alloro legata su quattro punti con nastri rossi terminanti in riccioli.
Notizie storico-critiche
Le decorazioni sono tipiche dei palazzi signorili e si diffondono soprattutto in epoca rinascimentale. Spesso il motivo era realizzato con l’ausilio di stampi che consentivano una produzione pressoché seriale e stereotipata, realizzata da esecutori che si rifacevano a temi e stili delle arti maggiori, con un particolare riguardo alla ”ritrattistica, la quale dalla metà del Quattrocento, era fortemente influenzata dagli esempi antichi, noti attraverso le monete (da cui la raffigurazione di profilo) e la scultura (con personaggi effigiati a mezzo busto e spesso di tre quarti)”. Non sono molti gli esempi che si sono tramandati fino a noi a causa di controsoffittature, mutamenti di gusto e a volte della stessa scarsa qualità formale. Le tavolette dipinte conservate in palazzo Mantica, messe in luce in occasione dei restauri post terremoto, hanno anche per questo motivo un pregio maggiore. Sono in totale 40, di cui 18 nell’ufficio Docuscuele e 22 nella sala consultazioni. I soggetti sono: stemmi nobiliari (10), ritratti maschili (5), di cui solo uno ripreso di tre quarti, gli altri di profilo ed elementi decorativi fitoformi semplici o con varianti, come teste di angeli alati. È interessante notare come questa variate riprenda quello del bassorilievo attribuito a Carlo da Carona posto in facciata. Lo stesso motivo tuttavia compare in diverse decorazioni lapidee e pittoriche dell’epoca. Anche il motivo fitoforme, che ricorda due cornucopie, è stato più volte utilizzato. Lo si ritrova in maniera semplificata nel convento di San Giacomo a Polcenigo, ad esempio. Entrambe queste circostanze rilevano come i decoratori disponessero di una sorta di repertorio decorativo che riproducevano su supporti diversi.