DESCRIZIONE *
indicazioni sull'oggetto
Si tratta di cinque frammenti raffiguranti segni zodiacali, dei quali quattro identificabili come leone, scorpione, sagittario e acquario. Il quinto frammento invece per schema compositivo e soggetto, non facilmente identificabile, sembra discostarsi dal gruppo astrologico. Lo schema compositivo delle raffigurazioni è analogo ai frammenti di intonaco rinvenuti nella stanza di deposito della biblioteca e del Docuscuele: una fascia superiore color marrone a formare una cornice presumibilmente quadrangolare, come si evince dal segno dell’acquario, una colorazione interna blu scuro e una fascia stretta azzurra entro cui si stagliano i segni di colore giallo ocra e marrone. La fascia azzurra ha un chiaro andamento circolare ed è quindi ipotizzabile che lo zodiaco fosse disposto come la fascia siderale. Il quinto frammento invece, ancorché parziale, si discosta da queste caratteristiche in quanto è presente una fascia blu scura orizzontale cui segue una fascia giallo ocra entro cui si colloca il disegno color marrone, di cui si intravede una coda e un capo. Si può forse ipotizzare che mentre al centro della parete si trovassero i segni zodiacali, sulla parte superiore si alternasse un fregio dal soggetto sconosciuto.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
La decorazione interna di Palazzo Mantica è costituita da una serie di lacerti di affresco, rinvenuti in occasione dei lavori di restauro post-terremoto (1979-1985), e di decorazioni murarie e al soffitto di datazioni diverse. I frammenti di affresco oggetto di analisi appartengono alla prima serie, quella messa in luce in occasione dell’intervento di restauro seguito ai danni del terremoto del 1976, e risalente all'edificio originario del XVI secolo. I lavori portati avanti a più fasi sono stati rivolti non solo al ripristino statico e di consolidamento dell’edificio e della sua copertura, ma anche ad un necessario adeguamento planimetrico e degli impianti necessari alle nuove esigenze legate alle attività della Società Filologica Friulana. In particolare la preziosa biblioteca richiedeva nuovi spazi sia per la collocazione del materiale che per la consultazione e gestione del servizio. L’adeguamento ha coinvolto il piano rialzato dell’edificio, lasciato fin dal momento dell’acquisto del palazzo alle affittanze ereditate dalla contessa Maria Teresa Caratti Manara, così come previsto dall’art. 5 del contratto di vendita del 1966. Rispetto alla situazione attuale l’ufficio di biblioteca era una stanza con caminetto senza le scale che conducono al piano seminterrato, controsoffittata così come le stanze del Docuscuele e la sala consultazioni; quest'ultima inoltre era suddivisa nella parte confinante con il Docuscuele da tre tramezzi che creavano lo spazio per un doppio bagno separato da uno spazio di accesso comune; un analogo tramezzo si trovava anche nell’attuale deposito della biblioteca, quello a fianco della segreteria, con affaccio verso via Manin, che divideva in due la stanza. Sono state proprio queste quattro stanze a riservare le maggiori sorprese, celando dietro controsoffittature e pareti travi lignee con cantinelle e frammenti di una decorazione originaria del Cinquecento. In particolare questi lacerti di affresco sono stati staccati dalla stanza della biblioteca, ma dalla parete che confina con il deposito. Come evidenzia Pastres nell'interpretazione di queste decorazioni, "una simile scelta iconografica rinvia ad una committenza erudita certamente attenta ai temi della classicità e con prospettive culturali assai ampie e ricche di erudizione". È probabile dunque che la scelta della raffigurazione dello zodiaco alludesse alla "ciclicità degli eventi in cielo, come in terra, e al conseguente - auspicato - continuo rinnovarsi della famiglia [...], cosicché le fortune del casato non devono avere mai fine". E proprio il quinto frammento dal soggetto incerto potrebbe avvalorare tale ipotesi. Se è vero infatti che il soggetto appare di incerta interpretazione, è altrettanto vero che lo schema compositivo porta a discostarlo dai quattro segni zodiacali, e che i tratti emergenti, una testa apparentemente di animale con criniera e una coda, richiamano il leone rosso illeopardito dello stemma gentilizio dei Mantica.